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Livelli di debito dell’UE nel 2024

30 Dec 2024 -

Nel 2024, il panorama fiscale dell’Unione Europea (UE) continua a essere caratterizzato da livelli significativi di debito pubblico, una situazione che ha evidenziato sia stabilità sia cambiamenti nell’ultimo decennio. Nel primo trimestre del 2024, il rapporto medio tra debito pubblico lordo e PIL nell’UE si attestava all’82,0 %, in lieve aumento rispetto all’81,5 % registrato alla fine del 2023 ma in calo rispetto all’83,0 % del primo trimestre del 2023. Questo articolo esamina lo stato attuale dei livelli di debito in Europa, concentrandosi sulla media dell’UE e sui cinque Paesi con i rapporti di debito più elevati, e offre un confronto con i valori di dieci anni fa.

Panoramica generale

Alla chiusura del primo trimestre 2024, l’area dell’euro (EA20) ha registrato un rapporto medio debito/PIL pari all’88,7 %, in lieve aumento rispetto all’88,2 % di fine 2023. La composizione di questo debito è costituita prevalentemente da titoli di debito (83,9 % nell’area euro e 83,4 % nell’UE), seguiti da prestiti e, in misura minore, da valuta e depositi.

I 5 Paesi con il debito più elevato

  • Grecia: con un rapporto debito/PIL del 159,8 %, rimane al primo posto. Pur in calo rispetto agli anni precedenti, il debito greco resta molto elevato per via delle crisi fiscali passate e dei conseguenti aggiustamenti economici.

  • Italia: segue con il 137,7 %. Il Paese lotta da tempo con un debito alto, aggravato da crescita stagnante e instabilità politica.

  • Francia: al 110,8 %, presenta un rapporto sopra la media UE, spinto da elevata spesa pubblica e programmi sociali che hanno ampliato i disavanzi fiscali.

  • Spagna: il suo rapporto è 108,9 %, riflesso degli strascichi della crisi finanziaria iniziata oltre un decennio fa e delle recenti difficoltà economiche.

  • Belgio: chiude la top five con un rapporto del 108,2 %, influenzato dalla complessa struttura statale e dall’elevata spesa per la sicurezza sociale.

Confronto con i livelli di debito di dieci anni fa

  • Grecia aveva toccato circa il 177 %, avviando misure di austerità e programmi di salvataggio.

  • Italia si attestava intorno al 130 %, segnando un incremento moderato ma costante nel decennio.

  • Francia era intorno al 95 %, evidenziando un aumento significativo del debito pubblico.

  • Spagna mostrava una certa stabilizzazione, in calo dai picchi di circa il 100 % dei primi anni 2010.

  • Belgio si manteneva sopra il 100 %, con fluttuazioni nel periodo.

Questa prospettiva decennale evidenzia come alcuni Paesi fatichino a ridurre il peso del debito, mentre altri mostrano segnali di stabilizzazione o leggero miglioramento.

Implicazioni e prospettive future

Il persistere di livelli di debito elevati in diversi Stati membri dell’UE continua a rappresentare una sfida per la stabilità e la crescita economica. Un alto debito limita la flessibilità delle politiche fiscali e aumenta la vulnerabilità agli shock. Tuttavia, i lievi cali registrati rispetto all’anno precedente indicano un certo progresso nella gestione di queste criticità.

Nel prosieguo del 2024, l’attenzione delle economie europee sarà probabilmente rivolta a bilanciare responsabilità fiscale, crescita economica e risposta alle esigenze sociali. L’evoluzione di questi rapporti debito/PIL sarà determinante nel plasmare il futuro economico dell’UE, in un contesto globale ancora alle prese con recenti turbolenze.

Confronto del rapporto debito/PIL

Paese 2024 T1 (%) 2023 T1 (%) Variazione (%)
Grecia 159,8 169,4 –9,6
Italia 137,7 139,3 –1,6
Francia 110,8 111,8 –1,0
Spagna 108,9 111,2 –2,3
Belgio 108,2 106,3 +1,9

 

Questa tabella mostra come ciascuno dei cinque Paesi più indebitati abbia affrontato le proprie sfide fiscali nell’ultimo anno, evidenziando miglioramenti o peggioramenti nei rispettivi rapporti debito/PIL.

In conclusione, sebbene alcuni Paesi abbiano compiuto passi avanti nella riduzione del proprio debito, il quadro complessivo resta improntato alla cautela. Le politiche economiche in atto, insieme alle pressioni esterne, continueranno a determinare la stabilità fiscale dell’UE; comprenderne le dinamiche è quindi essenziale per responsabili politici, investitori e cittadini.

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